07 febbraio 2008

14 aprile 2004: le Trombe di Gerico

Il 14 aprile 2004 è una data destinata a rimanere impressa nella memoria di tutto il pianeta, unita a tante altre dalla tragedia comune che attraversa la storia umana.
Non sono solo gli americani a tremare di fronte a quella data, che ricorda loro un dramma secondo solo all’11 settembre del 2001: il mondo intero ricorda le dirette CNN da Chicago, la confusione delle prime ore, il fumo che si addensava sopra la città, partendo dal suo cuore, ferito e sbranato da attentatori rimasti per sempre senza nome e senza punizione.

La Union Station bruciava e fumava nell’aria della notte, mentre le nubi figlie della distruzione si alzavano nel cielo e ricoprivano l’alba del 15 aprile di uno spettrale rosso, polveroso e sanguinolento. Nessuno a Chicago avrebbe dimenticato la sorde vibrazione, il rombo cupo, il frastuono che ne è seguito, i vetri in pezzi.
Le grida, le urla nella notte, le folli corse di ambulanze, vigili del fuoco, poliziotti, medici, comuni cittadini.Union Station era stata squassata, al suo posto macerie implose e divorate dal fuoco, resistente e caparbio, che divorava corpi e anime.
Nessuna rivendicazione, nessuna indagine a buon fine.
Solo morte, dolore, una ferita aperta nel cuore della città.

Un’altra guerra.p>

Questa guerra era già persa e molti di quelli che abitavano a Chicago e sapevano guardare oltre il velo dell’apparenza se ne resero conto quella sera.
Un singolo istante aveva distrutto una tribù intera: le fiamme bruciavano nell’Ombra più che tra gli uomini, ardendo la città e segnando con una cicatrice spirituale l’intera area. Lo spirito del Grande Incendio e le sue fiamme eterne sono frutto delle passioni degli uomini, della loro memoria, del loro dolore; le fiamme che arsero Chicago e la Union Station quella notte erano il prodotto alterato dei riti bestiali consumati da una confraternita di adepti oscuri, quale che fosse la loro origine.
Union Station e i Padroni del Ferro erano stati cancellati dal volto sofferente della città e al loro posto giacevano rovine fumanti.
Le società soprannaturali di Chicago si trovavano nella stessa condizione.
Sballottate, intimidite dagli eventi e dal coraggio del Nemico, i singoli pensavano prima alla loro sopravvivenza e poi alla guerra che avanzava attorno a loro. La follia dei loro avversari si era chiaramente mostrata quella notte: non si sarebbero tirati indietro di fronte a nulla, avrebbero ucciso, massacrato, portato il duello in guerra aperte su ogni fronte.
I comuni mortali sarebbero stati la loro carne da macello, piccole croci su un bilancio che contava già troppe vittime.

Diversi vampiri fedeli al vecchio principe videro l’alba in quei giorni, o incapparono in misteriosi incendi, frutto della devastazione dell’attentato alla Union Station. I sopravvissuti cedettero al vincitore, chinando il capo per sopravvivere; oppure si nascosero, facendo attenzione e non farsi rintracciare e vivendo degli scarti della loro società, predatori braccati e sicuramente in svantaggio numerico. Il Circolo della Megera, più crudele di quanto ci si sarebbe mai aspettato, strinse l’artiglio e le zanne su Chicago, facendola precipitare nei mesi più bui della sua storia recente.

Le tribù della Luna accusarono il colpo: un’intera tribù era stata cancellata dalla città. I pochi reduci erano uratha che non amavano cacciare nella società, oppure giovani assenti quella sera. Due soli sopravvissuti all’esplosione furono rintracciati, entrambi decisamente fortunati. L’esplosione aveva divorato l’Ombra tanto quanto il mondo materiale, nessuno avrebbe potuto salvarsi a questa combinazione di fattori. Le altre tribù si osservarono da distante, confabularono con gli spiriti, attesero segni e ancora parlarono. Nessuno voleva incontrarsi di nuovo, la paranoia era nell’aria. E, giorno dopo giorno, altri cacciatori cadevano, altri territori venivano sottratti e nuovi branchi prendevano il posto dei vecchi, dilaniati dai dubbi, dal terrore e dai tradimenti. I figli della Luna e i Puri, lentamente, si ritirarono dal centro, poi dai suburbi: come un’emorragia lenta, dolora e inarrestabile, cedettero il posto a chi aveva fatto strage dei loro fratelli.

Il Consilium non tornò a riunirsi. Il gerarca in esilio si stabilì a Waterloo, meditando una rivincita e consapevole che, probabilmente, non l’avrebbe mai vista.
Gli ordini non indissero Caicos: si dispersero. Uno dopo l’altro, i singoli membri scelsero tra la sopravvivenza personale, la fedeltà agli ideali atlanti tedi e la permanenza in città. Molti lasciarono Chicago, altri passarono tra le fila dei Veggenti, altri semplicemente si allearono. Qualche sognatore, e il Libero Concilio ne produsse numerosi, si diede alla macchia e alla resistenza. Cacciati, braccati e isolati, gli alteratori non erano più un pericolo per i nuovi poteri che si stavano spartendo Chicago come un bambino prepotente si sarebbe appropriato della bicicletta del secchione con gli occhiali, per poi cedere un pezzo a ciascun bullo di quartiere.

La Chicago di tutti i giorni era crollata a pezzi, una nuova, oscura, cupa e più pericolosa, stava sorgendo all’orizzonte. Cosa ne sarebbe rimasto alla prossima alba?

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Great work.

13:23  

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