17 ottobre 2006

AcCaduta davvero

Il ticchettio sui tetti e sulle pareti di tutta la città perdurava oramai da due giorni, interrotto da brevi pause, senza che una schiarita nel cielo sancisse la fine di questo passaggio di mal tempo sulla città.
Le sirene richiamavano l'attenzione a brevi intervalli, ricordando la moltitudine di incidenti che caratterizzava le strade della metropoli non appena il fondo ghiaioso veniva bagnato, rendendolo un pericolo per autombili e pedoni.
"Perchè diavolo la gente non impara a guidare con calma?"
Tom O'Rievan percorreva con il suo furgoncino Powatomi Express le vie del South Side, confidando nella sua conoscenza delle vie secondarie per raggiungere le destinazioni del suo foglio di lavoro. Il buio era oramai calato su quella pessima giornata e non intendeva tardare oltre per rientrare a casa.
"Merda!"
Un ingorgo, apparentemente enorme, tra la sesta e l'ottava bloccava le tre carreggiate della superstrada che intendeva percorrere: Tom percosse il volante con il palmo aperto, maledicendo la pioggia e quei cretini che si erano tamponati davanti a lui. Tempo che l'ambulanza raggiungesse quella posizione, che la polizia eseguisse i rilievi e che qualcuno portasse via le auto... due ore... e tutto il lavoro in fumo.
Un paio di metri davanti a lui un vicolo tagliava sulla destra, tra due alti caseggiati, in
filandosi in direzione della chiesa di st. Paul e poi giù, verso sud. Non poi così lontano dalla sua meta.
Sorrise lievemente all'idea di sfuggire a quel traffico con una scorciatoia rapida ed efficace, poi batte sul rumoroso clacson e si aprì, quasi a forza, la via sino allo stretto vicolo.
L'acqua scorreva giù dai vetri, lungo le fiancate del furgoncino, innondava la via e gorgheggiava attorno ai tombini intasati: da quasi dieci ore non aveva ancora smesso di piovere.
Paul correva schiacciando sull'acceleratore: lui non era uno di quei coglioni, imprudenti ed incapaci, per giunta, che non sapevano tenere la strada: la fortuna l'aveva baciato con una certa dose di abilità alla guida. E con la fortuna con le donne, almeno al momento.
Sterzò evitando un cassonetto spostato di traverso, probabilmente da un barbone per ripararsi, e piegò a destra al secondo bivio, percorrendo il perimetro esterno del palazzo.
Un cane od un gatto, di notevoli dimensioni, gli attraversò la strada poco dopo il bivio, mandandolo quasi a sbattere contro una parete: la brusca sterzata lo mandò, invece, a centrare in pieno uno dei tanti cassonetti, che si ribaltò, bloccandogli il passaggio.
"Merda!"
Paul maledisse l'animale, la sua guida disattenta e la pioggia, mentre scendeva rapidamente e si copriva con il cappuccio per non infrandiciarsi oltre misura. Con uno sforzo immane riuscì a spostare l'ostacolo dalla via, al prezzo di una doccia gelida: le sue ossa incominciavano già a far male per l'umidità. Si voltò per rientrare e udì un rumore sordo e basso, ripetuto, quando alzò lo sguardo per seguirlo. In seguito meditò che probabilmente era stato quel gesto a salvargli la vita. Aveva visto qualcosa cadergli addosso dall'alto e si era gettato verso il cassonetto, in tempo per schivarlo. Il suono raccapricciante che seguì gli ricordava un melone spappolato contro un tavolo ma, lo capiì subito, l'oggetto che si era schiantato al suolo, riversando litri di un liquido rossastro sull'asfalto, era decisamente più macabro. Il corpo di una giovane donna si trovava al centro del vicolo, immerso in litri di sangue che stava scorrendo via, dilavato dalla pioggia.
Con un gesto istintivo portò la mano alla tasca, ricordandosi tardi del telefono lasciato nell'abitacolo: corse sino al furgoncino e digitò in fretta il 911. La voce metallica gli imtimò di attendere un momento, mentre provvedeva ad indirizzare la sua chiamata. Tom uscì dal furgone, giusto per verificare che la ragazza non fosse stato un incubo.
Lei non era più lì.
La grossa macchia di sangue continuava a spandersi sull'asfalto ma la ragazza non giaceva più lì. Alcune impronte sembravano allontanarsi dalla pozza, lasciate nel sangue e nello strato di fango: Tom rimase con il telefono in mano, interdetto, mentre la voce di un operatore di nome Bill gli chiedeva che problema ci fosse.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Bhe ragazzi la situazione farebbe vacillare anche una fede solida come la mia. Non capisco però. troppi punti oscuri, troppe lacune.. fossi in voi avrei paura. Chiudetevi in casa.. date retta a me.. e prendetevi un aporta blindata.. chiudete le finestre. niente è più sicuro di casa nostra!

12:49  
Anonymous Anonimo said...

Azzarola. Le cose cominciano a farsi intriganti :D

02:26  

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