26 settembre 2006

Help Me

L'autopsia di una bella ragazza di 24 anni è sempre una cosa triste, ma quando scopri che si tratta di una studentessa di giorno, squillo di notte, picchiata a sangue, violentata, morta per overdose da coca e nel cui stomaco c’è di tutto tranne che i resti della cena, la tristezza diventa disgusto per la città e l’epoca in cui vivo, ma d’altra parte la situazione è un po’ la stessa da tutte le parti.
Questa è la mia giornata tipo all’ospedale, dopo un turno di 12/14 ore farcite di caffè, cadaveri e sigarette. Sabato mattina, finalmente rientro a casa a dormire finche posso. Posta: quello stronzo del padrone di casa mi concede 2 settimane per fare le valigie ed andarmene, neanche il tempo di portare fuori il cane, per evitare che me la faccia sul tappeto, ed ecco quel fottuto cellulare che squilla: è il capo. Pare che per me il turno non sia ancora finito: hanno trovato resti umani tra il cibo destinato alla mensa della chiesa per i poveri; la cosa quasi mi fa sorridere, per fortuna la chiesa di St.Paul è vicino a casa mia, in una mezzora me la dovrei cavare.
Certo che se ne succedono di cose strane a Chicago: un uomo, un marines a giudicare dal tatuaggio sul braccio, fatto a pezzi ed essiccato quasi a sembrare una mummia egizia, mescolato tra la carne destinata alle pance vuote dei senzatetto… se la devono passare davvero male se si sono ridotti a dare questo ai barboni… a parte gli scherzi, per ora questo soldato non mi ha ancora detto molto di se, lo faccio impacchettare e spedire all’ospedale, me ne occuperò domani, tanto avrà fatto uno sgarro a qualche mafioso, intanto i ragazzi della scientifica hanno del materiale su cui lavorare.
A casa finalmente: tocco letto ed in un attimo sto già dormendo. Fuori piove di brutto e nel dormiveglia, non so, credo di sognare; una scritta compare sul vetro della mia finestra: HELP ME. La sera esco con Katie, cena, cinema, sesso. Combinazione, il giorno dopo deve incontrare il prete di St.Paul, per evitare che l’ufficio d’igiene gli faccia passare casini, così alle 7.00 a.m. si alza e sgattaiola via dal mio appartamento. Mi alzo un paio d’ore dopo e mi faccio una doccia, uno strano rumore, forse Katie è rientrata. Esco dalla doccia ed ancora una volta, quella scritta compare sulla condensa dello specchio: HELP ME.