20 settembre 2006

Preludio: primi giorni d'autunno


Gli alberi di Moth Park ondeggiano nel primo vento d’autunno; le foglie danzano nell’aria per qualche secondo, restando attorno agli alberi, prima di volare via, disperdendosi nella periferia di Chicago, verso nord e verso il lago. Gruppi di bambini in bicicletta percorrono i viali, sfrecciando tra gli impiegati con la loro borsa o gli uomini d’affari presi al cellulare; qua e là gli ultimi salutisti dell’estate impegnati nel footing dopo il lavoro, poco distanti dalle famiglie di ritorno da scuola, dal calcio, dal baseball…
L’aria è quella pungente dei primi giorni d’autunno, con poche nuvole a macchiare un cielo ancora azzurro, con una luna diafana nella forte luce del pomeriggio, appena visibile sopra i grattacieli della città.
Le persone sono sempre le stesse, quelle di una periferia metropolitana troppo distante dal centro per essere davvero Chicago, ma troppo vicina e legata al cuore della metropoli per appartenere a qualche altra circoscrizione. Indaffarate, affrettate nel passo, in carriera; la sera al ritorno lente, più posate e senza un vero orario.
Tranquille, perché sanno tutto delle loro vite, di ciò che vedono ogni giorno.
Ignoranti di quanto è a un passo da loro, pur non preoccupandosene.Un errore, talvolta fatale.


Don Aloisi predica ogni domenica, il giorno del Signore, dall’altare di St. Paul, l’ottocentesca chiesa di paese della periferia di Chicago, ammonendo i suoi parrocchiani e guidandoli secondo i precetti della Chiesa Romana.
Un parroco, cattolico, italiano, nel cuore del lato duro della Windy City.
Un parroco colto, educato nel Seminario Arcivescovile di Genova, preparato nelle sale del Vaticano a ritornare nella terra che i suoi nonni avevano scelto come nuova casa… una nuova casa lontana da essere un paradiso, come veniva dipinto.
Ma meglio che niente, vero J.J.?

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Lucas Gamble rientra ogni mattina dispari, qualunque sia il tempo, con la sua borsa marrone sottobraccio, il Tribune in una mano e colossale caffè nell’altra, diretto a casa dopo una notte di lavoro.
Lavoro duro, quello dell’anatomo-patologo presso il West College Hospital: in Tv vedi tutta ‘sta gente fare la fica, attrezzature all’avanguardia, peli che ricostruiscono casi interi… DNA da tutte le parti…
Un vero medico legale passa più ore sulle carte dei rapporti e sui testi che in sala ad affettare clienti.
Già, clienti, Lucas, li chiami proprio così, non è vero? Lunghi i discorsi nelle lunghe notti, inverno, autunno, primavera ed estate. Tu parli e loro rispondono… pensa se accadesse davvero... uno di questi giorni…

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Justin Coleman tiene una scatola di attrezzi sempre con se, attrezzi molto speciali. e la mascherina, sembra uscito da un telefilm, mentre spazzola campioni, raccoglie impronte e analizza proiettili e gocce di sangue.
E' un detective della scientifica di Chicago, 13° distretto, un postaccio ai margini del grande centro. Indaga, analizza e torna a casa, buttandosi in letture a tema o in vecchio fantasy d'annata: un tipo un po' solitario, molto analitico, anche troppo scientifico.
Con una grande rabbia dentro, qualcosa di sopito e primordiale, che emerge in certe notti, oppure nel bel mezzo della folla, in metropolitana, e che solo la razionalità di un fisico sa tenere a bada.