02 aprile 2008

Frammenti di memoria e anima

L'odore di quella stanza era estremamente fastidioso, avevo imparato ad accettarlo, ma non ancora a sopportarlo, sottile questione che tutto sommato poteva fare la differenza, e la faceva.
Aprire gli occhi e guardarmi intorno avrebbe aiutato ad inibire un minimo la percezione olfattiva, ma non lo potevo fare.
Per ricordare avevo bisogno di tenere gli occhi chiusi.
Trattengo il respiro per qualche attimo mentre nella mia mente si crea l'immagine di quel luogo tra sogno e realtà, tra mondo spirituale e mondo materiale.
Perché eravamo li?
Dovevamo scoprire qualcosa sulla natura di... qualcosa, in relazione a Belial.
Il punto è che qualunque cosa ci fosse non lo scoprimmo mai poiché distruggemmo tutto praticamente senza motivo, avventatamente prima di avere risposte, per poi trovare sulla via del ritorno un essere mastodontico che bloccava il nostro unico mezzo di trasporto.
Per un attimo sentii di nuovo l'odore della creatura, la fame e la furia della caccia, lampi di artigli rapidi squarciano la mia mente che ricorda il dolore, poi la quiete, la fuga.
Le immagini vorticano ancora, Chicago in fiamme, interi branchi distrutti, il popolo piegato in due e tradito da se stesso, improbabili alleanze che si formano e la persona che prima era solo una donna ora è diversa, è qualcos'altro.
Accarezzo il ricordo di quei lineamenti conosciuti che poi sovrappongono con lineamenti diversi, quasi alieni eppure appartenenti alla stessa donna.
Sento qualcosa che stringe nel petto all'improvviso, un dolore forte che mi trasmette un calore non desiderato che cresce dal cuore e trova sfogo lungo il mio viso.
Con profondo sospiro dischiusi gli occhi, la vista era appannata, la sua lettera in mano, stropicciata dall'usura; il suo odore nelle narici mi annientava l'anima.