14 aprile 2007

Beth

Lo ricordo ancora, lo sento ancora sulla labbra il bacio che ti ho rubato il giorno prima di partire per l'Italia.
Ci eravamo persi di vista da tanti anni ormai, vite diverse, lavori differenti e una città come Chicago è talmente grande che è facile perdersi nella moltitudine di persone che la abitano.
Da sempre i nostri genitori cercavano di spingere per una nostra unione, quando io negli anni della nostra adolescenza ti ho sempre vista come un'amica e forse a causa dell'eccessiva insistenza di mia madre non mi ero mai guardato in fondo al cuore per semplice ripicca.
Di colpo sei riapparsa quando finii in ospedale dopo le vicende di Mot's Park e durante tutta la mia riabilitazione abbiamo parlato molto, mi sei stata vicino, ma in modo discreto quasi fossi timorosa di cosa io potessi avere in mente. Non sei cambiata, sei semplicemente diventata donna ed in quel momento di susseguirsi di fatti strani sei diventata senza che me ne accorgessi la mia ancora nella normalità, nella sicurezza che certe cose non cambiano e finalmente potevo tornare a sperare che prima o poi sarei riuscito a buttarmi alle spalle tutta questa follia., magari con il tuo aiuto ed il... tuo amore.
"Ti chiamo quando torno, d'accordo?" queste sono le parole che mi uscirono dalla bocca poco dopo aver allontanato le mie labbra ancora calde e leggermente umide dalle tue, poi mi sono voltato per guardarmi indietro solo qualche attimo e sorriderti.
Ancora non sapevo che forse era l'ultima volta.
Non dovevo partire, dovevo restare con te! Qui sta succedendo di tutto, sto impazzendo e questa follia ha raggiunto anche te oltreoceano, facendoti misteriosamente partire per l'europa e far perdere le tue tracce poco dopo, mi è stato detto che forse è tutto un piano prestabilito per qualcosa di terribile, una conseguenza degli avvenimenti di Mot's park.
Dio mio, sei sparita ed è colpa mia,
io ti ho trascinata in tutto questo!
Inconsapevolmente, te lo giuro!
Perdonami se puoi...
IO...
Io...
...



Te ne tirerò fuori, lo giuro.